Le difficoltà del lavoro sul campo nel più grande conflitto sul suolo europeo dalla seconda guerra mondiale. La copertura giornalistica in Ucraina oltre le problematiche della sicurezza presenta anche diversi ostacoli ai reporter che documentano il conflitto. Uno in particolare è la propaganda delle due parti.
Cosa significa portare ai lettori e al pubblico un reportage e proteggerlo da informazioni di propaganda.
Due punti di vista che hanno lavorato su fronti opposti: quello giornalistico scritto e quello documentaristico fotografico.
Approfondiremo le tecniche e le modalità doi propagande per aiutarci a capire come funziona la comunicazione a livello governativo da entrambi i fronti.
La prima vittima della guerra è la verità
Il giornalismo di guerra è sempre stato scomodo, tutti i governi cercano di controllarlo e manipolarlo. Già Eschilo 2500 anni fa disse la frase ripresa poi da molti: «in guerra la verità è la prima a morire». Un altro greco, Tucidide, si rese conto che «i contendenti cambiarono a piacimento il significato consueto delle parole in rapporto ai fatti». L'informazione è sicuramente una delle armi usate dai contendenti, cerchiamo di capirne di più per difenderci dalla cattiva informazione.
Alfredo Bosco è un fotografo freelance con sede a Milano.
Le questioni sociali e le crisi geopolitiche sono al centro del suo lavoro.
Nel 2010 ha documentato per la ONG Francesca Rava-NPH Italia il terremoto di Haiti e l'epidemia di colera che ne è seguita.
Nel 2015 si è occupato di criminalità e vita quotidiana a Caracas.
Nel 2016 il racket dell'eroina in Kirghizistan e nel 2017 le manifestazioni Nuit Debout e Justice pour Theo a Parigi.
Dal 2011 al 2014 è stato collaboratore dell'agenzia fotografica SGP di Milano lavorando per clienti commerciali e grandi griffe della moda.
Dal 2014 lavora a un progetto a lungo termine sulla guerra civile nel Donbass, nell'Ucraina orientale.
Attualmente sta lavorando a un progetto a lungo termine sulla guerra alla droga nello stato messicano di Guerrero.
Ha ricevuto la Menzione Fnac TPW 2011 per il suo reportage sulla gioventù locale di Tashkent sotto la dittatura di Karimov.
Nel 2015 è stato selezionato da Lensculture come uno dei 50 migliori talenti emergenti al mondo.
Nel 2018 il suo progetto Donbass: No Man's Land è stato selezionato al Lumix Festival of Young Photojournalism.
Nel 2019 Premio speciale "Per la fotografia umanitaria" del Concorso Andrei Stenin del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC).
Nel 2020 il progetto "Forgotten Guerrero" ha ricevuto il Visa d'Or Humanitarian dalla Croce Rossa (ICRC) ed è stato esposto durante il Visa Pour l'Image Festival a Perpignan.
Selezionato al 25° Joop Swart Masterclass del World Press Photo.
È stato co-fondatore e direttore di MiCiAp (MilanoCittàAperta), rivista online di fotografia urbana.
Il suo lavoro è apparso in pubblicazioni italiane, francesi e britanniche.
https://www.alfredobosco.com/